"Il Fiume"
In effetti uno dei primi e fondamentali aspetti che dovremo considerare, sarà individuare il fiume o il torrente nel quale decideremo di recarci a pescare. Il primo grave errore che potremmo commettere sarebbe di scegliere un torrente in quota, appenninico o peggio alpino, caratterizzato da una eccessiva pendenza, correnti veloci e con temperatura dell'acqua molto bassa. Lasciamo questi luoghi per altri periodi stagionali più adatti alla loro conformazione. I fiumi verso i quali indirizzeremo le nostre scelte per la "pesca a mosca" in queste prime uscite, saranno quelli del piano, oppure i torrenti nel loro tratto finale poco prima che concludano il loro percorso come tributari del grande fiume. Chi ha la fortuna di avere vicino a dove abita un fiume a temperatura pressochè costante come un "chalk stream" non si dovrà porre molti problemi. Beato lui! Tanto per fare qualche esempio concreto molti soci del nostro Club si recano sul "Magra" in Lunigiana e su alcuni suoi affluenti come "l'Aulella", o Il "Vara". Si tratta di fiumi che hanno le caratteristiche che abbiamo indicato come necessarie alle nostre esigenze, in particolare lo scorrere in pianura, l'alternarsi di grandi lame di profondità media a correnti non troppo veloci, e cosa molto importante, la temperatura mite. Anche la "Lima" bassa verso Bagni di Lucca potrebbe andare bene. Un'altro fiume adatto, anche se probabilmente con una temperatura più rigida, potrebbe essere "L'Arno alto" nel Casentino ed alcuni suoi affluenti come il "Solano" e il "Corsalone". Questi sono soltanto alcuni esempi fra i tanti possibili. Dal punto di vista pratico una volta stabilito quale sia il fiume su cui recarci, dovremo cercare le zone strutturalmente migliori per l'azione di pesca.Con la Mosca Secca
Eviteremo le zone con buche troppo profonde con acqua ferma, così come quelle dove la corrente è troppo violenta. Spesso tuttavia la fine delle lame profonde e lunghe, il cosiddetto fine buca, dà spesso buoni risultati. Scarteremo anche le zone con acqua troppo bassa. Cercheremo le acque con una profondità media, all'incirca da uno a due metri con acque calme, leggermente ondulate o con corrente debole, e le zone ampie dove il fiume si allarga, mantenendo la profondità indicata sul lato opposto al nostro. Se questo lato, cioè quello opposto, fosse reso inaccessibile da pareti di roccia, alte prismate o fitta vegetazione sarebbe una cosa molto buona. Le lunghe lame che si formano dopo che il fiume disegna una curva, con una profondità centrale come abbiamo visto non troppo elevata, piuttosto larghe e con acque in leggero movimento sono spesso molto buone, a volte sarà proprio in queste zone che vedremo delle belle "bollate". Proviamo a saggiare anche i bordi delle correnti non troppo veloci, dove l'acqua si calma, in particolare se il fondo è formato da pietre che rallentano la velocità dell'acqua e dove il pesce può sostare e nascondersi. Se sarà possibile dovremo sempre preferire le zone che abbiamo indicato esposte al sole.
Cerchiamo di evitare il lancio "upstream", a risalire come diciamo noi, quando peschiamo in acque calme o quasi piatte. Presentiamo l'imitazione di lato o addirittura a discendere, ammesso che le condizioni ce lo consentano. Ipotizziamo di lanciare a monte, (upstream) su una trota che bolla, in una lama calma o quasi piatta. Se la trota salisse a galla per prendere la nostra "mosca" si troverebbe, quasi sicuramente, per prima cosa il finale sulla punta del muso. Il risultato ovviamente sarebbe un "rifiuto" quasi certo. Spostiamoci, noi più a monte, e cerchiamo una posizione migliore, per presentargli la nostra imitazione di lato o a discendere. Vedrete che in questo modo otterremo un numero di "rifiuti" minore. Ricordiamoci inoltre di limitare il più possibile il rumore, l'eccessivo volteggio della "coda di topo", e tutto quanto può contribuire ad allarmare le trote.
Con la Mosca Sommersa
La tecnica della "mosca sommersa" potremo utilizzarla fuori "schiusa", al mattino quando è ancora troppo presto e troppo freddo perché ci sia la speranza di assistere alla presenza di insetti in superficie, e il pomeriggio quando ormai l'attività a galla si è completamente esaurita. In questo prime giornate di pesca della stagione, la "mosca sommersa" offre maggiori garanzie di successo della "mosca secca", specialmente se la temperatura è molto bassa. Potremo utilizzare una coda "sinking tip" ad affondamento di punta con un finale intorno ai due metri e mezzo e montare due o tre mosche sommerse. Tutte le mosche sommerse dovranno essere appesantite o piombate per facilitarne l'affondamento veloce, dato che le trote stazionano vicino al fondo. La prima "mosca" che monteremo di punta dovrà essere appesantita con piombo o rame, in modo da affondare rapidamente, ma senza che disturbi in modo esagerato il lancio. Anche la seconda "mosca" verrà appesantita ma in modo inferiore, e legata su un "bracciolo" laterale a circa 20 cm di distanza da quella di punta. La terza la collocheremo a circa 40 cm dalla seconda. Chi si costruisce le proprie "mosche" le appesantirà direttamente nella fase di montaggio, con del filo di rame o di piombo sul gambo dell'amo, nella quantità considerata adeguata. Come dicevamo non dobbiamo esagerare col peso perché diventerebbe difficile o addirittura impossibile il lancio. Chi invece non si costruisce le sue "mosche" dovrà montare il filo di rame o di piombo direttamente sulla testina dell'artificiale, o sul gambo dell'amo. In commercio si trova anche della pasta di piombo, morbida e malleabile che potrà essere usata al posto del filo di rame o di piombo. Potremo montare anche solo due "mosche sommerse", in particolare se andremo a pescare in ambienti piuttosto piccoli. Manovrare e lanciare un finale con tre mosche sommerse è un po' più complicato per chi è all'inizio. Elimineremo solo la terza mosca, lasciando il resto invariato. Anziché usare una coda "sinking tip" potremo utilizzare la coda "galleggiante" che usiamo per la pesca a mosca secca. Useremo il solito finale di circa due metri e mezzo. possibilmente affondante, specifico per la "mosca sommersa", e monteremo le nostre "mosche" allo stesso identico modo, piombate, due o tre secondo le nostre preferenze.
Pescheremo principalmente "down stream" cioè a discendere. Lanceremo la coda di traverso alla corrente, più o meno davanti a noi e la faremo derivare esplorando tutta la zona che ci interessa. A volte ci metteremo ad inizio buca e faremo derivare le "mosche" nel filo della corrente. Le grandi lame dovranno essere affrontate con diversi lanci non troppo lunghi, lanciando quasi davanti a noi, facendo derivare la coda, imprimendo i movimenti per animare di vita le "mosche" e recuperando, spostandoci di qualche metro e ricominciando, e via di questo passo, fino ad aver sondato tutta la lama o la parte che più ci interessa. Imprimiamo dei movimenti alle mosche, alzando e rilasciando la canna, dandogli dei colpetti di vetta, o dei leggeri strappi alla coda che teniamo nella nostra mano. Ricordate che le nostre "mosche", per quanto ben fatte, sono rigide e prive di vita. Cerchiamo di animarle con la nostra azione, bloccando il finale, recuperandolo e lasciandolo di nuovo derivare.
Prosegue con : "Insetti".