"British Columbia 4"
Tuttavia, a parte alcune straordinarie eccezione come quella di S. Francesco, il Cristianesimo condusse contro il Paganesimo una durissima battaglia per convertire quei pagani che erano le moltitudini di contadini e impegnò in questo compito notevoli energie e molto tempo e nonostante tutto, molte tradizioni pagane riuscirono a sopravvivere per molti secoli alle persecuzioni che subirono. I monaci cattolici, che avevano il compito di convertire i pagani, proibirono il culto degli alberi e cercarono di distruggere i boschi e gli alberi sacri e quando possibile si insediarono nelle foreste e, con i loro riti ed esorcismi, le purificarono e consacrarono al loro unico Dio. Dove prima c'era un bosco sacro, una piccola radura nella foresta con una pietra come altare dove si riunivano i pagani per pregare le loro numerose divinità, il cristianesimo fondò le sue chiese e i suoi monasteri. Lo scopo non era solo la ricerca di silenzio e serenità ma quello di sostituirsi e occupare i luoghi sacri delle antiche credenze pagane. Nel VI secolo Benedetto da Norcia, fondatore dell'ordine dei Benedettini,si stabilì sul monte Cassino in cima al quale in mezzo ad una folta foresta che era un antico bosco sacro si trovava un tempio dedicato ad Apollo. Il cristianesimo operò un capovolgimento concettuale rispetto alle concezioni sacre pagane e panteiste per le quali il divino permeava tutto l'universo e tutti gli esseri, viventi e inanimati erano considerati sacri. Come abbiamo visto, certi luoghi considerati speciali,erano la dimora della Divinità e tutto il mondo naturale era espressione di una energia spirituale sacra. Per il cristianesimo, al contrario, sacro era solo il tempio, la chiesa, o un convento e tutto il mondo naturale esterno era profano,sconsacrato,(dal latino, pro=fuori e fanum=tempio, che significa fuori dal tempio), territorio abitato da Satana e dalle innumerevoli forze del male. Il cristianesimo combatté fermamente le credenze religiose animiste, pagane o panteiste che ostacolavano la sua affermazione universale in particolar modo contro il culto dell' albero oracolare diffuso ovunque in Europa.
"L'oltraggio dell'albero perpetrato tra il 723 e il 725 da San Bonifacio con l'abbattimento della quercia di Donar sacra alle popolazioni germaniche esprime simbolicamente il disprezzo per la natura e la sua dissacrazione da parte del Cristianesimo". R.Kaiser - "Dio Dorme nella Pietra"
"Una cinquantina d'anni dopo, nel 772, nel corso di una prima spedizione punitiva contro il popolo sassone degli Angari che aveva invaso l'Assia, Carlomagno distrusse il santuario in cui era venerato "Irminsul", un gigantesco tronco d'albero cui si attribuiva la proprietà di sostenere la volta celeste". J. Brosse -
Già nelle guerre che i Romani conducevano contro le popolazioni europee, Germani, Britanni, Galli ecc, le foreste sacre e gli alberi venivano abbattute per fini militari ma anche per impedire che i nemici potessero rivolgere le loro invocazioni ai loro Dei e togliergli i simboli di identificazione collettiva. Durante le guerre di Giulio Cesare contro i Galli nei pressi di Marsiglia venne attaccata una foresta sacra ai Celti, dove i loro sacerdoti, i Druidi, praticavano le loro cerimonie per richiamare la benedizione dei loro Dei sulla collettività. Nei loro Nemeton, un piccolo spazio aperto in una radura erbosa all'interno di un boschetto sacro di querce, si trovava il tempio druidico dove i sacerdoti oltre che eseguire i riti religiosi, insegnavano i loro segreti iniziatici ai giovani nobili della tribù che imparavano tutto a memoria, essendo l'insegnamento esclusivamente orale. Abbiamo la descrizione di quanto avvenne nel poema epico "De Bello Civili" o "Farsalia", del poeta romano Lucano, nella quale giustifica la distruzione del bosco sacro ad opera di Cesare, a causa dei sacrifici umani che i celti vi praticavano. Il brano che ci interessa è piuttosto lungo perciò verrà ridotto:
"V'era un bosco sacro,
inviolato da tempo immemorabile,
che cingeva con un intrico di rami l'aria tenebrosa
e gelide ombre profondamente remote del sole.
Non lo abitavano agresti Pan, né Silvani, signori
dei boschi, o Ninfe, ma i riti degli dei barbarici.
Le are vi erano costruite in sinistri altari,
e si soleva purificare tutti gli alberi con sangue umano.
.......................
Cesare ordina di radere al suolo questa foresta
a colpi di scure: intatta nelle guerre precedenti,
si ergeva foltissima vicino alla fortificazione tra monti spogli.
"Lucano narra che, ricevuto l'ordine di distruggere il bosco sacro, nessuno dei soldati osò sferrare il primo colpo contro quegli alberi temuti, "ma le forti mani tremarono". Quando Cesare vide che i suoi veterani più incalliti rimanevano come paralizzati afferrò un'ascia, la brandì e abbatté una quercia secolare la cui cima si perdeva tra le nuvole. Poi disse: "Ormai nessuno di voi esiti ad abbattere la selva; ritenete il sacrilegio compiuto da me". "La truppa finalmente obbedì anche se non rassicurata". J. Brosse - I Romani erano pagani e credevano che gli alberi e le foreste fossero abitate da numerose divinità che avrebbero potuto vendicarsi.
Questi sono soltanto alcuni esempi fra gli innumerevoli dell'importanza che gli alberi hanno avuto e tutt'ora hanno nella vita degli uomini. Molto ancora si potrebbe dire su quanto la foresta e gli alberi abbiano significato nella storia umana, voglio ricordare per esempio Dante Alighieri e la sua Divina Commedia il più straordinario viaggio simbolico agli inferi che mai sia stato fatto e che si apre con i famosi versi: "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura", metafora di crisi esistenziale ma anche luogo concreto di paure ancestrali. Oppure Shakespeare e i suoi personaggi silvani, maghi, folletti, fate che si muovono nella foresta incantata come nel "Sogno di una notte di mezz'estate". Ancora Jack London, nei suoi romanzi "Zanna Bianca" il "Il richiamo della Foresta" o "Accendersi un Fuoco" dove le foreste dello Yukon e dell'Alaska pulsano di una forza terribile e inospitale, di vita dura, tenace e selvaggia, di lotta per la semplice sopravvivenza che ci minaccia e ci affascina. Ma vorrei anche ricordare il frutto che secondo la religione Cristiana causò la nostra "tragedia collettiva", era un pomo, o meglio diremmo una mela, nato ovviamente da un albero, un modesto melo:
"Anche se nella Genesi non è scritto, era un pomo che Eva offrì ad Adamo dopo averlo staccato dall'albero, "bello agli occhi e dilettoso all'aspetto" che era in mezzo al paradiso terrestre: la tradizione come tale ce lo ha presentato".
Mario Rigoni Stern -"Arboreto Salvatico"Ma oltre agli alberi sono molte le cose che mi hanno affascinato durante la mia permanenza in British Columbia, e altre che mi hanno fatto riflettere e di cui vorrei scrivere perché mi sembrano interessanti da comunicare. Per il momento mi limito a presentare alcune delle immagini che ho scattato nel corso del viaggio, con una breve spiegazione di che cosa rappresentano. Questa tuttavia non vuole essere una "Guida turistica" (in commercio si trovano a questo proposito guide ricchissime di informazioni molto ben fatte), anche se presento alcune fotografie di Vancouver che potrebbero dare questa impressione. Come ho già detto, non si tratta solo di pesca, ma di qualcosa di più ampio e per questa ragione ho deciso di inserire alcune fotografie che parlano di argomenti affini al viaggio ed ai luoghi che ho visitato.
Prosegue con British Columbia 5